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6 dicembre 2013
Corte Costituzionale, sentenza 2 dicembre 2013 (dep. 6 dicembre 2013), n. 293
Illegittimità costituzionale dell’art. 309 del codice di procedura penale, in quanto interpretato nel senso che la deducibilità, nel procedimento di riesame, della retrodatazione della decorrenza dei termini di durata massima delle misure cautelari, prevista dall’art. 297, comma 3, del medesimo codice, sia subordinata – oltre che alla condizione che, per effetto della retrodatazione, il termine sia già scaduto al momento dell’emissione dell’ordinanza cautelare impugnata – anche a quella che tutti gli elementi per la retrodatazione risultino da detta ordinanza.
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23 luglio 2013
Corte Costituzionale, sentenza 16 luglio 2013 (dep. 23 luglio 2013), n. 232
L'ottava censura sulla custodia cautelare obbligatoria: illegittimità costituzionale dell’articolo 275, comma 3, terzo periodo, del codice di procedura penale, come modificato dall’articolo 2 del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori), convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, nella parte in cui – nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui all’articolo 609-octies del codice penale, è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari – non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure.
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19 luglio 2013
Corte Costituzionale, sentenza 3 luglio 2013 (dep. 18 luglio 2013), n. 213
Illegittimità costituzione dell’articolo 275, comma 3, secondo periodo, del codice di procedura penale, come modificato dall’articolo 2 del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori), convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, nella parte in cui – nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui all’articolo 630 del codice penale, è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari – non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure
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24 maggio 2012
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, sentenza 29 marzo 2012 (dep. 18 maggio 2012), n. 19046
L’estensione degli effetti favorevoli della decisione si verifica a condizione che detta decisione non sia fondata su “motivi personali” dell’impugnante e che il procedimento stesso sia sorto e si sia svolto in modo unitario e cumulativo.
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21 febbraio 2012
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, sentenza 27 ottobre 2011 (dep. 17 febbraio 2012), n. 6624
1) Nell’ambito del procedimento di estradizione per l’estero, l’intervenuta consegna allo Stato richiedente della persona reclamata comporta l’inammissibilità, per sopraggiunta carenza d’interesse, dell’impugnazione proposta dalla medesima persona contro il provvedimento di rigetto della richiesta di revoca o di inefficacia della misura cautelare coercitiva disposta a suo carico nel corso dello stesso procedimento, stante la natura incidentale della quaestio libertatis rispetto alla procedura di estradizione e avendo la cautela personale esaurito la sua funzione strumentale alla consegna. 2) Nell’ipotesi considerata, l’interesse all’impugnazione del provvedimento sulla libertà personale adottato a fini estradizionali non può essere ravvisato neppure nella prospettiva di ottenere la riparazione per ingiusta detenzione, in quanto il conseguimento di tale obiettivo è incompatibile con la pronuncia della sentenza – irrevocabile – favorevole all’estradizione.
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12 febbraio 2012
Corte di Cassazione, sezione III penale, sentenza 20 gennaio 2012 (dep. 1° febbraio 2012), n. 4377
La presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere (art. 275, comma 3, c.p.p.) per il delitto di violenza sessuale di gruppo (art. 609-octies cod. pen.), dev’essere interpretata alla luce della sentenza della Corte cost. 21 luglio 2010, n. 265 che ha dichiarato l’incostituzionalità della norma processuale. Sicché il giudice ha l’obbligo di valutare, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine a tale delitto, se siano stati acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure.
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11 febbraio 2012
Claudio Spagnoletti, Violenza sessuale di gruppo e custodia cautelare
Nota a Corte di Cassazione, Sezione III Penale, sentenza 20 gennaio 2012, n. 4377
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1 gennaio 2012
Corte di Cassazione, sezione V penale, sentenza 19 settembre 2011 (dep. 14 dicembre 2011), n. 46504
I siti Web sono soggetti agli stessi principi ed agli stessi divieti dettati per tutti i mezzi di comunicazione, incontrando tutti i limiti previsti dalla legge penale; è pertanto infondato il ricorso atto a revocare, ex art. 321, comma 3, c.p.p il sequestro preventivo di un sito Web contenente materiale diffamatorio con il solo assunto che non sarebbe consentito il sequestro di esso perché limitativo dei diritti di coloro che collaborano all'allestimento del sito e degli utenti che intendessero farvi accesso. La libera manifestazione del pensiero, ex art. 21 Cost., non può essere garantita anche per consumare reati come, nel caso di specie, la diffamazione.
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6 dicembre 2011
Tribunale di Padova, ordinanza 4 novembre 2011
La mera attivazione di un sito con nome a dominio evocante il nome di marchi registrati non significa di per sè che tale sito commercializzi prodotti contraffatti. Gli Internet provider sono legittimati a proporre ricorso avverso il decreto di sequestro mediante inibizione all'accesso per interpretazione estensiva degli artt. 322 e 324 c.p.p.
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30 luglio 2011
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 21 maggio 2011 (dep. 26 luglio 2011), n. 29926
Il presupposto di operatività dell'istituto di cui all'art. 12-sexies d.l. n. 306/1992 è la presunzione di illiceità della provenienza delle risorse patrimoniali, pertanto allorché le fonti di produzione del patrimonio di un soggetto siano identificabili, siano lecite e ne giustifichino la titolarità in termini non sproporzionati ad esse, è irrilevante che tali fonti siano identificabili nei redditi dichiarati a fini fiscali piuttosto che nel valore delle attività economiche che tali entità patrimoniali producano, pur in assenza o incompletezza di una dichiarazione dei redditi; diversamente, si verrebbe a colpire il soggetto, espropriandosene il patrimonio, non per una presunzione di illiceità della sua provenienza, ma per il solo fatto della evasione fiscale, condotta che non può ricondursi allo spirito e alla ratio dell'istituto in questione, il quale mira a colpire i proventi di attività criminose e non a sanzionare la infedele dichiarazione dei redditi.
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22 luglio 2011
Corte Costituzionale, Sentenza 19 luglio 2011 (dep. 22 luglio 2011), n. 231
Stop alla custodia cautelare come unica misura per il reato di cui all'art. 74 d.P.R. 309/90 - Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Illegittimità costituzionale dell’art. 275, comma 3, secondo periodo, del c.p.p., come modificato dall’art. 2 d.l. 11/2009, convertito, con modificazioni, dalla l. 38/2009, nella parte in cui – nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui all’art. 74 del d.P.R. 309/90 è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari – non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure.
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22 luglio 2011
Corte Costituzionale, Sentenza 19 luglio 2011 (dep. 22 luglio 2011), n. 233
Illegittimità costituzionale dell’art. 297, comma 3, c.p.p. nella parte in cui – con riferimento alle ordinanze che dispongono misure cautelari per fatti diversi – non prevede che la regola in tema di decorrenza dei termini in esso stabilita si applichi anche quando, per i fatti contestati con la prima ordinanza, l’imputato sia stato condannato con sentenza passata in giudicato anteriormente all’adozione della seconda misura
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12 maggio 2011
Corte Costituzionale, Sentenza 9 maggio 2011 (dep. 12 maggio 2011), n. 164
Stop alla custodia cautelare obbligatoria in caso di omicidio volontario. Illegittimità costituzionale dell’art. 275, comma 3, secondo e terzo periodo, c.p.p., come modificato dall’art. 2 del d.l. 23 febbraio 2009, n. 11 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori), convertito, con modificazioni, dalla l, 23 aprile 2009, n. 38, nella parte in cui – nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui all’art. 575 del codice penale, è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari – non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure
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24 febbraio 2011
Corte di Cassazione, Sezione V Penale, Sentenza 10 gennaio 2011 (dep. 24 febbraio 2011), n. 7155
Siti Internet: applicabile il sequestro preventivo malgrado il dettato dell'art. 21 Cost.?
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20 novembre 2010
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, sentenza 22 settembre 2010 (dep. 2 novembre 2010) n. 38570
La Corte di Cassazione si pronuncia, per la prima volta, sulle conseguenze della novella introdotta dalla l. n. 120/2010 in tema di sequestro previsto dagli artt. 186 e 187 C.d.S.; in particolare, gli ermellini hanno sancito che, in mancanza di norme transitorie, il venir meno della natura penale della confisca prevista dai detti articoli, comporti l'applicazione dell'art. 2 comma 4 c.p., con la conseguenza che, ai casi di consumazione del reato avvenuta prima dell'entrata in vigore della nuova legge, si applicherà la nuova e più favorevole disciplina che ha trasformato una sanzione penale in una di carattere amministrativo.
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2 novembre 2010
Tribunale del Riesame di Brescia, Ordinanza 26 ottobre 2010 (dep. 28 ottobre 2010)
Non può ritenersi raggiunta prova dell'allontanamento dal luogo d'esecuzione della misura degli arresti domiciliari in caso di unico accesso infruttuoso da parte di personale di servizio con suono del campanello, non seguito da ulteriori accessi di controllo.
Inoltre, la concessione di autorizzazione permanente all'allontanamento dal luogo di esecuzione della misura si pone in contrasto con il divieto di comunicare con persone terze dai conviventi o dagli incaricati a prestare assistenza tipico degli arresti domiciliari c.d. "ristretti".
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22 luglio 2010
Corte Costituzionale, Sentenza 7 luglio 2010 (dep. 21 luglio 2010), n. 265
Illegittimità costituzionale dell’art. 275, comma 3, secondo e terzo periodo, c.p.p., come modificato dall’art. 2 del d.l. 23 febbraio 2009, n. 11 (Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori), convertito, con modificazioni, dalla l. 23 aprile 2009, n. 38, nella parte in cui – nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine ai delitti di cui agli articoli 600-bis, primo comma, 609-bis e 609-quater del codice penale, è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari – non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure.
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27 maggio 2010
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 29 aprile 2010 (dep. 26 maggio 2010), n. 20093
La natura della confisca di cui all'art. 186 C.d.S. ha un evidente contenuto afflittivo che trascende le tipiche finalità della misura di sicurezza: tale natura, tipica delle sanzioni penali, impone l'applicazione dei principi dell'ordinamento penale ed in particolare quello di legalità e quello di personalità della responsabilità penale. La sanzione, dunque, può colpire solo l'autore del reato e non soggetti diversi; ne consegue che non è possibile sottoporre a sequestro il veicolo appartenente ad un ente, ancorché utilizzato dagli organi rappresentativi dello stesso.
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23 novembre 2009
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 29 ottobre 2009 (dep. 19 novembre 2009), n. 44498
Non è reato circolare con il mezzo sottoposto a fermo amministrativo, considerata l'impossibile riconducibilità del "fermo amministrativo" alla nozione di "sequestro amministrativo", avuto riguardo ai due distinti profili che attengono al principio di tassatività e determinatezza delle fattispecie penali ed al divieto del ricorso della analogia in malam partem.
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29 settembre 2009
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 6 maggio 2009 (dep. 11 giugno 2009), n. 24015
L'art. 186 comma 2 del Codice della Strada consente il sequestro preventivo - e la conseguente confisca - del veicolo in comproprietà, in quanto la norma esclude soltanto la confisca di veicolo appartenente ad un terzo, in ragione della tutela del suo diritto di proprietà, e del fatto che la presunzione assoluta di pericolosità derivante dall'uso del veicolo può risultare attenuata solamente in tale ultimo caso, mentre in caso di comproprietà, la presunzione medesima rimane integra. Impregiudicata la questione sul sequestro e la confiscabilità della quota appartenente al terzo.
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29 settembre 2009
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 24 giugno 2009 (dep. 9 luglio 2009), n. 28189
Il comproprietario dell'autovettura sequestrata ex art. 186 comma 2 Codice della Strada non ha diritto alla restituzione del veicolo, in quanto la misura cautelare reale è finalizzata alla confiscabilità della quota di proprietà dell'imputato, da considerarsi finalità ammissibile, la quale richiede il mantenimento del sequestro al fine di evitare che il bene sia disperso e che ritornato nella disponibilità dei comproprietari possa essere nuovamente usato dal soggetto che è stato trovato alla guida in stato di alterazione alcolica, situazione che la norma in oggetto intende prevenire; in ogni caso, il comproprietario non imputato potrà rivalersi sul prezzo ricavabile dalla vendita dell'autovettura.
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6 maggio 2009
Tribunale di Bari, Sezione Riesame, Ordinanza del 6 aprile 2009 n. 347 sulla condotta di stalking di cui all'art. 612-bis c.p.
Il Tribunale del Riesame di Bari opera una delle primissime applicazioni del neonato art. 612-bis c.p., evidenziando che tale figura delittuosa si distingue dai maltrattamenti per la circostanza che le condotte del denunciato sono reiterate ed ingenerano un fondato timore da parte della vittima di un male più grave, pur senza arrivare ad integrare i reati di lesioni o maltrattamenti.
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27 aprile 2009
Corte Costituzionale, Sentenza 20 aprile 2009 (dep. 24 aprile 2009), n. 121
Illegittimità costituzionale dell’art. 405, comma 1-bis, c.p.p. (aggiunto dall’art. 3 l. 20 febbraio 2006, n. 46 - Modifiche al codice di procedura penale, in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, c.d. "Pecorella-bis").
Il pubblico ministero, ancorché privo di ulteriori elementi a carico dell'indagato, può legittimamente esercitare l'azione penale (e non richiedere l'archiviazione) anche qualora la Suprema Corte si sia pronunciata negativamente circa la sussitenza di gravi indizi per le misure cautelari.
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20 marzo 2009
Corte di Cassazione, Sezione III penale, Sentenza 18 novembre 2008 (dep. 19 marzo 2009) n. 12107
In tema di sequestro probatorio, deve essere motivata la necessaria sussistenza del vincolo di pertinenzialità tra tutti i beni sequestrati e le ipotesi di reato configurate: il giudice del riesame deve accertare l'esistenza della relazione di immediatezza, descritta nel secondo comma dell'art. 253 cod. proc. pen., tra le cose sequestrate e l'illecito penale; sulla scorta di tale principio di diritto la Cassazione ha annullato l'ordinanza del tribunale del riesame che aveva rigettato l'istanza di riesame del sequestro probatorio avente ad oggetto documenti, file, supporti informatici, oggetti vari di provenienza, ed altresì il contenuto dell'intero server aziendale (oltre a tutta la documentazione aziendale) di una società.
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12 marzo 2009
Corte di Cassazione, Sezione III penale, Sentenza 11 dicembre 2008 (dep. 10 marzo 2009) n. 10535
I messaggi lasciati su un forum di discussione (ma anche newsletter, blog, forum, newsgroup, mailing list, chat, messaggi istantanei, e così via) sono equiparabili ai messaggi che potevano e possono essere lasciati in una bacheca (sita in un luogo pubblico, o aperto al pubblico, o privato) e, così come quest'ultimi, anche i primi sono mezzi di comunicazione del proprio pensiero o anche mezzi di comunicazione di informazioni, ma non entrano (solo in quanto tali) nel concetto di stampa (neppure nel significato più largo ricavabile dall'art. 1 l. n. 62/2001, che ha esteso l'applicabilità delle disposizioni di cui all'art. 2 l. n. 47/1948), sia pure in senso ampio, e quindi ad essi non si applicano le limitazioni in tema di sequestro previste dall'art. 21, comma 3, Cost.
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12 marzo 2009
Corte di Cassazione, Sezione II penale, Sentenza 26 febbraio 2009 (dep. 10 marzo 2009) n. 10549
Il sequestro preventivo e la successiva confisca dei beni patrimoniali prevista dall'art. 12-sexies d.l. n. 306/1992, n. 306 (conv. in l. n. 356/1992, n. 356) non sono subordinati all'accertamento di un nesso eziologico tra i reati tassativamente enunciati nella norma di riferimento ed i beni oggetto della cautela reale e del successivo provvedimento ablatorio: il legislatore, infatti, ha operato una presunzione di accumulazione, senza distinguere se tali beni siano o meno derivati dal reato per il quale si procede o è stata inflitta la condanna; ne consegue che non è necessaria la sussistenza del nesso di pertinenzialità tra i beni e i reati ascritti agli imputati, bensì un vincolo pertinenziale, di significato peculiare e più ampio, tra il bene e l'attività delittuosa facente capo al soggetto, connotato dalla mancanza di giustificazione circa la legittima provenienza del patrimonio nel possesso del soggetto nei confronti del quale sia stata pronunciata condanna o sia stata disposta l'applicazione della pena.
In tema di sequestro preventivo, la verifica delle condizioni di legittimità della misura cautelare da parte del Riesame o della Cassazione non può tradursi in anticipata decisione della questione di merito concernente la responsabilità della persona sottoposta ad indagini in ordine al reato oggetto di investigazione, ma deve limitarsi al controllo di compatibilità tra la fattispecie concreta e quella legale, rimanendo preclusa ogni valutazione riguardo alla sussistenza degli indizi di colpevolezza ed alla gravità degli stessi.
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11 febbraio 2009
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 18 dicembre 2008 (dep. 4 febbraio 2009) n. 4932
In caso di ripristino della misura cautelare non è necessario un nuovo interrogatorio di garanzia
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21 agosto 2008
Tribunale di Avellino, Sezione Feriale, Ordinanza 4 agosto 2008
Sulla retrodatazione dei termini di fase della custodia cautelare alla data di esecuzione della prima ordinanza custodiale, in caso di emissione di diversi provvedimenti restrittivi nei confronti dello stesso soggetto
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5 luglio 2008
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 27 marzo 2008 (dep. 2 luglio 2008), n. 26654
Le Sezioni Unite sanciscono che il profitto del reato oggetto di confisca ai sensi dell’art. 19 d.lgs. n. 231/01 si identifica con il vantaggio economico di diretta e immediata derivazione causale dal reato presupposto; inoltre la Corte chiarisce la nozione di profitto oggetto di confisca, precisando che essa non possa essere estesa fino ad arrivare ad una duplicazione della sanzione, quando l’ente, in adempimento del contratto, abbia posto in essere un’attività, per i cui risultati economici manchi un nesso diretto ed immediato con il reato.
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20 giugno 2008
Corte Costituzionale, Sentenza 11 giugno 2008 (dep. 20 giugno 2008), n. 219
Illegittimità costituzionale dell'art. 314 c.p.p. nella parte in cui, nell'ipotesi di detenzione cautelare sofferta, condiziona in ogni caso il diritto all'equa riparazione al proscioglimento nel merito dalle imputazioni, in particolare quando la durata della custodia cautelare risulti superiore alla misura della pena inflitta con la sentenza di condanna
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3 giugno 2008
Corte di Cassazione, Sezione V Penale, Sentenza 15 gennaio 2008 (dep. 29 aprile 2008), n. 17401
Legittimo il vincolo cautelare reale su un sito Internet quando appare necessario ad evitare che si possano aggravare o protrarre le conseguenze del reato di diffamazione "telematica"
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18 maggio 2008
Corte Costituzionale, Sentenza 7 maggio 2008 (dep. 16 maggio 2008), n. 143
Illegittimità costituzionale dell'art. 33 della legge 22 aprile 2005, n. 69 (Disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al mandato d'arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri), nella parte in cui non prevede che la custodia cautelare all'estero, in esecuzione del mandato d'arresto europeo, sia computata anche agli effetti della durata dei termini di fase previsti dall'art. 303, commi 1, 2 e 3, del codice di procedura penale.
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31 marzo 2008
Corte di Cassazione, Sezione II Penale, Ordinanza del 23 gennaio 2008 (dep. 24 gennaio 2008), n. 4018
L'ordinanza di rimessione alle Sezioni Unite circa il ricorso per cassazione avverso la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli sul sequestro da 750 milioni di euro disposto nell'ambito del procedimento sullo smaltimento dei rifiuti campani.
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28 febbraio 2008
Giudice dell'Udienza Preliminare di Trento, Ordinanza 12 febbraio 2008
Sollevata questione di legittimità costituzionale del comma 143 dell'art. 1 della legge 244/2007, novellante l'art. 322 ter c.p.p. nella parte in cui consente la confisca obbligatoria per reati tributarî commessi precedentemente all'entrata in vigore della legge stessa.
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12 gennaio 2008
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 20 dicembre 2007 (dep. 07 gennaio 2008), n. 231
Procedimenti ex art. 324 c.p.p.: il riesame può proporsi anche con telegramma o raccomandata ex art. 583 c.p.p. (conforme: Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 20 dicembre 2007, dep. 07 gennaio 2008, n. 230)
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22 novembre 2007
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, Sentenza 20 settembre 2007 (dep. 6 novembre 2007) n. 41071
Sequestro probatorio convalidato da Pubblico Ministero non legittimato. Obbligo di motivazione del provvedimento.
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20 novembre 2007
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, Sentenza 27 settembre 2007 (dep. 24 ottobre 2007) n. 39354
Internet, stampa e sequestro preventivo: differenza tra stampa vera e propria e mero veicolo del messaggio pubblicitario
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11 ottobre 2007
Corte di Cassazione, Sezione III penale, Sentenza 18 settembre 2007 (dep. 9 ottobre 2007), n. 37147
La Cassazione conferma l'ordinanza di scarcerazione degli indagati per i presunti abusi sugli alunni dell'asilo di Rignano Flaminio.
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10 ottobre 2007
Corte di Cassazione, Sezione V penale, Sentenza 09 luglio 2007 (dep. 26 settembre 2007), n. 35558
Nel caso di furto in abitazione commesso da minore può essere applicata la misura della custodia cautelare.
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5 settembre 2007
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 8 febbraio 2007 (dep. 30 luglio 2007) n. 30948
Ritardi nell'iscrizione del nominativo dell'indagato: gli atti restano utilizzabili, anche in fase cautelare.
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2 gennaio 2007
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 30 maggio 2006 (dep. 31 ottobre 2006), n. 36267/2006 (16/2006)
Misure cautelari: ai fini della gravità indiziaria la chiamata in correità deve essere confermata da riscontri individualizzanti
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Giudice dell'Udienza Preliminare di Trento, Questione di legittimità costituzionale degli artt. 200, 322 ter c.p. e 1, comma 143, l. 244/07, Ord. del 12.02.2008
Confisca obbligatoria e reati tributarî - Natura di pena della confisca obbligatoria - Il G.U.P. del Tribunale di Trento solleva questione di legittimità costituzionale degli artt. 200, 322 ter c.p. e 1, comma 143, della legge finanziaria 2008, per contrasto con l'art. 7 CEDU e con l'art. 117, comma 1, Cost., nella parte in cui consentono la confisca obbligatoria di beni di cui il reo abbia la disponibilità per reati tributari commessi precedentemente la loro entrata in vigore.
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