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Stupefacenti

26 novembre 2020
Corte Costituzionale, sentenza 21 ttobre 2020 (dep. 26 novembre 2020),n. 252
Illegittimità costituzionale dell’art. 103, comma 3, del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), nella parte in cui non prevede che anche le perquisizioni personali e domiciliari autorizzate per telefono debbano essere convalidate


8 marzo 2019
Corte Costituzionale, sentenza 23 gennaio 2019 (dep. 8 marzo 2019), n. 40
Illegittimità costituzionale dell’art. 73, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), nella parte in cui in cui prevede la pena minima edittale della reclusione nella misura di otto anni anziché di sei anni.


6 maggio 2016
Corte Costituzionale, sentenza 20 aprile 2016 (dep. 6 maggio 2016), n. 94
Illegittimità costituzionale dell’art. 4-quater del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272 (Misure urgenti per garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali, nonché la funzionalità dell’Amministrazione dell’interno. Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi e modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309), come convertito, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1, della legge 21 febbraio 2006, n. 49, che introduce l’art. 75-bis del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza).


25 febbraio 2014
Corte Costituzionale, sentenza 12 febbraio 2014 (dep. 25 febbraio 2014), n. 32
Costituzionalmente illegittima la distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere, ma per "abuso" di conversione


1 dicembre 2013
Corte Costituzionale, sentenza 20 novembre 2013 (dep. 28 novembre 2013), n. 281
Illegittimità costituzionale dell’art. 120, commi 1 e 2, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada), come sostituito dall’art. 3, comma 52, lettera a), della legge 15 luglio 2009, n. 94 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), nella parte in cui si applica anche con riferimento a sentenze pronunziate, ai sensi dell’art. 444 del codice di procedura penale, in epoca antecedente all’entrata in vigore della legge n. 94 del 2009


15 novembre 2012
Corte Costituzionale, sentenza 5 novembre 2012 (dep. 15 novembre 2012), n. 251
Illegittimità costituzionale dell’articolo 69, quarto comma, c.p., come sostituito dall’art. 3 l. 5 dicembre 2005, n. 251 (Modifiche al codice penale e alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di attenuanti generiche, di recidiva, di giudizio di comparazione delle circostanze di reato per i recidivi, di usura e di prescrizione), nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all’art. 73, comma 5, d.P.R. 309/90 sulla recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, del codice penale (recidiva reiterata)


22 luglio 2011
Corte Costituzionale, Sentenza 19 luglio 2011 (dep. 22 luglio 2011), n. 231
Stop alla custodia cautelare come unica misura per il reato di cui all'art. 74 d.P.R. 309/90 - Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope. Illegittimità costituzionale dell’art. 275, comma 3, secondo periodo, del c.p.p., come modificato dall’art. 2 d.l. 11/2009, convertito, con modificazioni, dalla l. 38/2009, nella parte in cui – nel prevedere che, quando sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine al delitto di cui all’art. 74 del d.P.R. 309/90 è applicata la custodia cautelare in carcere, salvo che siano acquisiti elementi dai quali risulti che non sussistono esigenze cautelari – non fa salva, altresì, l’ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure.


2 luglio 2011
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 17 febbraio 2011 (dep. 28 giugno 2011), n. 25674
La coltivazione domestica di una piantina di marijuana posta in un piccolo vaso sul terrazzo di casa, avente un principio attivo di 16 mg, è del tutto inidonea ad offendere i beni giuridici tutelati dalla norma incriminatrice.


2 giugno 2010
Tribunale di Bologna, Sentenza 7 gennaio 2010 (dep. 7 gennaio 2010), n. 26
La positività urinaria a benzodiazepine ed oppiacei, come per altre sostanze stupefacenti, non permette di documentare l'attualità d'uso delle stesse e pertanto un'alterazione psicofisica da loro assunzione, cui scaturisce la riduzione della performance alla guida, che costituisce il fatto illecito che il legislatore ha voluto sanzionare attraverso l'art 187 C.d.S. Analogamente, in un traumatizzato importante, lo stato generale può portare ad alterazione dei valori rilevati tramite esame urinario, a causa di tossine che entrano in circolazione: non sussiste, dunque, il reato di cui all'art. 186 C.d.S.


11 novembre 2009
Tribunale di Reggio Emilia, Sentenza 2 ottobre 2009 (dep. 3 ottobre 2009), n. 856
In tema di reati previsti dal Codice della Strada (artt. 186-187), un'altra pronuncia ex art. 129 c.p.p. che "sconfessa" il valore delle analisi ematiche c.d. di "screening". L'inattendibilità di queste ultime, per quanto concerne la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue (art. 187 Codice della Strada), travolge anche l'accertamento circa la presenza di alcool nel sangue, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 186 Codice della Strada.


18 settembre 2009
Tribunale di Ferrara, Sentenza 21 maggio 2009 (dep. 25/05/2009), n. 751
Un'altra pronuncia del Tribunale di Ferrara, in questo caso a seguito di opposizione a decreto penale di condanna, con cui si è affermato che la condotta sanzionata dall'art. 187 C.d.S. è costituita dal fatto di porsi alla guida di un veicolo sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, effetto che deve essere sussistente ed attuale e che non può essere accertato attraverso il riscontro della presenza nelle urine di metabolici di sostanza stupefacente, la quale non è dimostrativa dell'attuale sussistenza - al momento detta guida - dello stato di alterazione.


17 settembre 2009
Tribunale di Ferrara, Sentenza 25 giugno 2009, n. 296
Sentenza di proscioglimento, a seguito di richiesta di emissione di decreto penale di condanna, con cui si è ritenuto che lo stato di alterazione psicofisica, rilevante ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 187 C.d.S., non possa essere desunto dalla mera presenza di metaboliti evidenziata dalle analisi, poiché le tracce degli stessi permangono nelle urine anche dopo la fine dell'efficacia del principio attivo.


5 settembre 2009
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 9 luglio 2009, n. 28219
In un obiter dictum, la Corte di Cassazione ritiene "opzione scientifica non arbitraria" il fatto che la presenza del principio attivo stupefacente persista per un certo arco temporale, della durata anche di diversi giorni, dopo l'assunzione dello sostanza; ragionando in astratto, la Corte afferma che ciò potrebbe non costituire prova certa al di là di ogni ragionevole dubbio di uno stato di "alterazione" da stupefacenti, che costituisce il proprium del reato di cui all'articolo 187 C.d.S.


26 agosto 2009
Tribunale di Bologna, Sentenza 16 giugno 2009 (dep. 17/06/2009), n. 1422
La positività ottenuta sulle urine con le tecniche dì screening può essere indubbiamente interpretata come riscontro di pregresse assunzioni di sostanze stupefacenti, ma nulla dice sulle condizioni in cui il conducente si trovava al momento della guida. Ne consegue che, in difetto di ulteriori elementi probatori, l'imputato dev'essere assolto dal reato di cui all'art. 187 C.d.s. perchè il fatto non sussiste.


29 maggio 2009
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 5 febbraio 2009 (dep. 4 marzo 2009), n. 9874
per effetto della riforma dell'art. 73 d.P.R. 309/90, la detenzione contemporanea, a fini di spaccio, di droghe "leggere" e droghe "pesanti" costituisce un unico reato


20 marzo 2009
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 10 aprile 2007 (dep. 10 luglio 2007), n. 26976
In caso di successione nel tempo di legge penale più favorevole, l'invito, rivolto al Giudice, all'udienza di trattazione della richiesta ex art. 444 c.p.p., a rideterminare la pena in maniera conforme al nuovo ed inferiore limite edittale equivale a revoca della richiesta di applicazione della pena, nella specie ammissibile, in quanto fondata sullo jus superveniens, avuto riguardo all’art. 2 comma 4° c.p.


20 gennaio 2009
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 28 ottobre 2008 (dep. 14 gennaio 2009), n. 1222
Non è rilevabile l'effetto stupefacente in una pianta il cui ciclo di maturazione non si è completato e che quindi non ha prodotto sostanza idonea a costituire oggetto del concreto accertamento della presenza di principi attivi. Non potendosi dimostrare l'offensività della condotta dell'agente, nella sua accezione concreta, la Cassazione ha annullato senza rinvio, perché il fatto non sussiste, la condanna pronunciata in primo e secondo grado nei confronti dell'imputato, trovato in possesso di 23 piantine di cannabis prima che le stesse avessero concluso il ciclo annuale di maturazione.


4 dicembre 2008
Tribunale di Ferrara, Sezione Riesame, Ordinanza 3 dicembre 2008; Pres. estensore Caruso; ric. A.C.
La mera messa in vendita o anche la pubblicazione su siti internet della vendita di cose propedeutiche alla coltivazione di piante stupefacenti non integra la condotta di istigazione all’uso di sostanze stupefacenti.


3 novembre 2008
Corte di Cassazione, Sezione Sesta Penale, Sentenza 9 ottobre 2008 (dep. 27 ottobre 2008), n. 39989
In tema di detenzione illecita di sostanze stupefacenti nella casa coniugale, deve essere escluso il concorso del coniuge (e dello stesso convivente more uxorio) ex art. 110 c.p. ogniqualvolta si versi in un quadro connotato da semplice comportamento negativo di quest'ultimo (marito-moglie‑ convivente) che si limiti ad assistere in modo inerte alla perpetrazione del reato ad opera del "partner" e non ne impedisca od ostacoli in vario modo la esecuzione, dato che non sussiste in tale caso un obbligo giuridico di attivarsi in qualche modo per impedire l'evento


17 ottobre 2008
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 18 settembre (dep. 16 ottobre 2008), n. 39017
La modificazione al testo dell’art. 73 dalla L. 49/06 non ha introdotto a carico dell’imputato che detiene un quantitativo di sostanza stupefacente in quantità superiore ai limiti massimi indicati con decreto ministeriale né un’inversione dell’onere della prova, costituzionalmente inammissibile (artt. 25 comma 2 e 27 comma 2 Cost.), né una presunzione, sia pure relativa, di destinazione della droga detenuta ad uso non personale.


28 settembre 2008
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 27 giugno 2008 (dep. 4 settembre 2008) n. 34620
Stupefacenti: i presupposti per l’applicazione della sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità


11 luglio 2008
Corte di Cassazione, Sezione VI penale, sentenza 3 giugno 2008 (dep. 10 luglio 2008), n. 28720
Il semplicistico richiamo al dato ponderale della sostanza e la trascurata valutazione delle circostanze di tempo, luogo e modalità comportamentali dell’imputato non è sufficiente ad integrare l'obbligo di motivazione, specie quando siano allegate dall'imputato circostanze specifiche quali l'appartenenza alla religione rastafariana.


11 luglio 2008
Cassazione Penale, Sezione Unite Penali, sentenza 24 aprile 2008 (dep. 10 luglio 2008), n. 28605
La condotta di coltivazione (punibile fino dal momento di messa a dimora dei semi) si caratterizza, rispetto agli altri delitti in materia di stupefacenti, quale fattispecie contraddistinta da una notevole "anticipazione" della tutela penale e dalla valutazione di un "pericolo del pericolo", cioè del pericolo, derivante dal possibile esito positivo della condotta, della messa in pericolo degli interessi tutelati dalla normativa in materia di stupefacenti. In tale prospettiva, anche qualora si ritenga che la salvaguardia immediata della "salute individuale" costituisca, all'esito del referendum abrogativo del 1993, un aspetto della tutela penale in parte ridimensionato, la pericolosità della condotta di coltivazione si correla, nella valutazione della Corte di Cassazione, alle esigenze di tutela della "salute collettiva" connesse alla valorizzazione del "pericolo di spaccio" derivante dalla capacità della coltivazione, attraverso l'aumento dei quantitativi di droga, di incrementare le occasioni di cessione della stessa ed il mercato degli stupefacenti fuori del controllo dell'autorità. E' fatta peraltro salva l’offensività specifica della singola condotta in concreto accertata.


8 giugno 2008
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 21 maggio 2008 (dep. 5 giugno 2008), n. 22643
Ribandendo la portata meramente indiziaria dei parametri indicati nell'articolo 73, comma 1 bis, lettera a), si afferma che per i derivati della cannabis, cui la novlela del 2006 ha riconosciuta una minore pericolosità, potrebbe riconoscersi un più ampio spazio per la concedibilità del "fatto di lieve entità", purché, ovviamente, non risultino ostativi gli altri parametri indicati nel comma 5 dell'articolo 73 del dpr 9 ottobre 1990 n. 309.


21 maggio 2008
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 29 gennaio 2008 (dep. 5 maggio 2008), n. 17899
I parametri indicati dall’art. 73, comma 1 bis lett. a) d.p.r. n. 309 del 1990, così come novellato dalla l. n. 49 del 2006, per apprezzare la destinazione ad uso non esclusivamente personale della sostanza stupefacente (quantità, modalità di presentazione, altre circostanze dell’azione) non sono autonomi: pur in presenza di quantità non esigue o di confezioni plurime, potrebbero essere apprezzate altre circostanze dell’azione tali da escludere radicalmente un uso non strettamente personale. Con riferimento al parametro della “quantità”, la Corte ha inoltre precisato che la locuzione “in particolare se superiore ai limiti massimi indicati con decreto del Ministro della salute..”, lungi da introdurre una presunzione circa la destinazione della droga, ha solo la funzione di imporre al giudice un dovere accentuato di motivazione nel caso in cui le quantità detenute siano superiori a tali limiti.


13 maggio 2008
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 4 marzo 2008 (dep. 8 maggio 2008), n. 18473
Anche nel bilanciamento con l'attenuenate ad effetto speciale di cui all'art. 73, comma quinto, TU stupefacenti, la recidiva prevista dall'art. 99, comma quarto, c.p., anche dopo le modifiche della L. n. 251 del 2005, deve ritenersi tuttora facoltativa, salvo che si tratti di uno dei delitti previsti dall'articolo 407, comma secondo, lettera a), c.p.p. (art. 99, comma quinto, c.p.).


23 aprile 2008
Corte di Cassazione, Sezione IV Penale, Sentenza 7 febbraio 2008 (dep. 7 marzo 2008), n. 10495
L'ordinanza di rimessione alle SS.UU. della rilevanza penale della coltivazione cd. domestica.


13 marzo 2008
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 20 dicembre 2007 (dep. 14 gennaio 2008), n. 1735
La novella del 2006 ha abolito la distinzione fra droghe "leggere" e droghe "pesanti", unificando le sostanze stupefacenti in una unica tabella di riferimento: anche in caso di detenzione ai fini di spaccio di diverse sostanze oggi dunque sarà configurabile un unico reato.


11 gennaio 2008
Cassazione Penale, Sezione IV Penale, Sentenza 28 novembre 2007 (dep. 10 gennaio 2008), n. 871
La coltivazione di canapa indiana è reato di pericolo e va sanzionata indipendentemente dall'ampiezza del numero di piante contenenti sostanze tossiche.


8 gennaio 2008
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 29 novembre 2007 (dep. 20 dicembre 2007), n. 47472
“Soglia drogante”: le Sezioni Unite accennano ad una soluzione


23 novembre 2007
Corte Costituzionale, Sentenza 19 novembre 2007 (dep. 23 novembre 2007), n. 387
Illegittimità costituzionale dell’art. 4-quinquiesdecies del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272 (Misure urgenti per garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali, nonché la funzionalità dell’Amministrazione dell’interno. Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi e modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309), nel testo integrato dalla relativa legge di conversione 21 febbraio 2006, n. 49, nella parte in cui definisce la rubrica dell’art. 116 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza), utilizzando la formula «Livelli essenziali relativi alla libertà di scelta dell’utente e ai requisiti per l’autorizzazione delle strutture private», anziché «Libertà di scelta dell’utente e requisiti per l’autorizzazione delle strutture private»; illegittimità costituzionale dell’art. 4-quinquiesdecies del decreto-legge n. 272 del 2005, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione n. 49 del 2006, nella parte in cui modifica il comma 1 dell’art. 116 del d.P.R. n. 309 del 1990, limitatamente alle parole «quale livello essenziale delle prestazioni ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione»; illegittimità costituzionale dell’art. 4-quinquiesdecies del decreto-legge n. 272 del 2005, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione n. 49 del 2006, nella parte in cui modifica il comma 2 dell’art. 116 del d.P.R. n. 309 del 1990, limitatamente alle parole «che rappresentano livelli essenziali ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione»; illegittimità costituzionale dell’art. 4-quinquiesdecies del decreto-legge n. 272 del 2005, nel testo integrato dalla relativa legge di conversione n. 49 del 2006, nella parte in cui, modificando il comma 9 dell’art. 116 del d.P.R. n. 309 del 1990, stabilisce che «Le Regioni e le Province autonome ripartiscono le somme percepite tra gli enti di cui all’art. 115, secondo i programmi da questi presentati ed i criteri predeterminati dalle rispettive assemblee».


22 ottobre 2007
Giudice dell'Udienza Preliminare presso il Tribunale di Bologna, Sentenza 25 settembre 2007 (dep. 10 ottobre 2007), n. 1392
La coltivazione di piante da cui possano ricavarsi sostanze stupefacenti che rimane nell’ambito concettuale della c.d. coltivazione domestica, ricade, pur dopo la novella introdotta con la L. n. 49 del 2006 di conversione del D.L. n. 272 del 2005, nella nozione, di genere e di chiusura, della detenzione, sicché occorre verificare se, nella concreta vicenda, essa sia destinata ad uso esclusivamente personale del coltivato: in caso affermativo, ne va esclusa la punibilità.


16 maggio 2007
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 18 gennaio 2007 (dep. 10 maggio 2007), n. 17983
Non punibile la "coltivazione domestica" di marijuana per uso personale


11 aprile 2007
Corte di Appello di Trento, Sentenza 14 febbraio 2007 (dep. 7 marzo 2007), n. 55/07
Sentenza assolutoria in tema di coltivazione cd. domestica di cannabis indica.


5 dicembre 2006
Giudice dell'Udienza Preliminare presso il Tribunale di Napoli, Sentenza 29 novembre 2006, n. 2438
I superamento dei limiti quantitativi di sostanza stupefacente stabiliti con decreto ministeriale costituisce mero indizio di destinazione allo spaccio e non presunzione assoluta


25 luglio 2006
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 5 aprile 2006 (dep. 3 maggio 2006), n. 15184 /2006 (475/2006)
Il ricorso per cassazione inammissibile preclude l'applicazione della norma sanzionatoria più favorevole sopravvenuta nelle more (applicazione in tema di nuove sanzioni per il reato di cui all'art. 73 dpr n.309/90)


24 luglio 2006
Tribunale di Verona, Giudice monocratico penale, Sentenza 24 luglio 2006 n. 1339/06
L'art. 73/1bis DPR 309/1990, nella forma novellata dalla l. 21 febbraio 2006, n.49 (cd. legge Fini), non modifica quell'orientamento secondo il quale il parametro quantitativo abbia comunque una valenza meramente indiziaria dell’uso non solo personale della sostanza stupefacente (trascrizione non ufficiale).


7 giugno 2006
Corte di Cassazione, Sezione I Penale, Sentenza 28 marzo 2006 (dep. 10 aprile 2006), n. 12638/2006
La L. 21 febbraio 2006, n. 49 (cd. legge fini) ha esteso il regime di applicabilità del reato continuato - istituto di diritto sostanziale, come tale rientrante nella disciplina dell’articolo 2 del Cp, per cui si applica la disposizione più favorevole al reo - a reati commessi in relazione allo stato di tossicodipendenza.


19 aprile 2006
Corte di Appello di Trento, Sentenza 22 marzo 2006 (dep. 19 aprile 2006), n. 110/06
La fattispecie di cui all'art. 187 CdS è costituita dal concorso necessario di due elementi quantificanti: lo stato di alterazione¸ tale da compromettere le normali condizioni psico-fisiche indispensabili nello svolgimento della guida e da costituire di per sé una condotta di pericolo per la sicurezza della circolazione stradale, e l’avvenuta assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, idonee a causare lo stato di alterazione e riscontrabili con idonee analisi di laboratori.


10 febbraio 2006
Ddl C6297 XIV Legislatura - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 272, recante misure urgenti per garantire la sicurezza ed i finanziamenti per le prossime Olimpiadi invernali, nonché la funzionalità dell'Amministrazione dell' interno. Disposizioni per favorire il recupero di tossicodipendenti recidivi
Approvate definitivamente il 7 febbraio 2006 anche le nuove norme sugli stupefacenti. In corso di pubblicazione sulla GU (link al sito del Parlamento)


27 luglio 2004
Corte Costituzionale, Ordinanza 13 luglio 2004 (dep. 27 luglio 2004), n. 277
La norma incriminatrice di cui all'art. 187 C.d.S. prevede una fattispecie che risulta compatibile con i principi costituzionali solo s vi è concorrenza dei due elementi, l’uno obiettivamente rilevabile dagli agenti di polizia giudiziaria (lo stato di alterazione), e per il quale possono valere indici sintomatici, l’altro, consistente nell’accertamento della presenza, nei liquidi fisiologici del conducente, di tracce di sostanze stupefacenti o psicotrope, a prescindere dalla quantità delle stesse, essendo rilevante non il dato quantitativo, ma gli effetti che l’assunzione di quelle sostanze può provocare in concreto nei singoli soggetti.


17 luglio 2002
Corte Costituzionale, Sentenza 10 luglio 2002 (dep. 17 luglio 2002), n. 354
Illegittimità costituzionale dell’articolo 688, comma 2, c.p.



Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza 26 gennaio (dep. 2 marzo 2011) n. 8366
L'uso di gruppo di sostanza stupefacente non è punibile anche dopo la riforma del 2006, qualora sia sin dall'inizio manifesta la comune e condivisa volontà di procurarsi la sostanza destinata al paritario consumo personale.


 
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