Netiquette
"Netiquette",
neologismo tutto telematico formato dai termini inglesi Network (Rete)
ed etiquette (etichetta, bon ton), significa, più diffusamente,
insieme di regole comportamentali di Internet.
Premetto subito che non si tratta di norme appartenenti ad un qualche ordinamento
giuridico vincolante. Non per questo l'"internauta" (a maggior ragione
se giurista) dovrebbe sentirsi legittimato a non rispettarle.(1)
La Netiquette nasce con la telematica e con le forme di comunicazione
che le sono proprie.(2)
Malgrado le apparenze, non costituisce soltanto una forma di "buona educazione"
adattata al mezzo, ma trova spesso fondamento nelle peculiarità proprie
del mezzo stesso. In sostanza, dietro molte di queste regole si nascondono esigenze
tecniche che impongono determinati comportamenti.
In genere, la navigazione stretto senso, vale a dire il semplice accesso a siti
Internet, non necessita di queste norme essendo tale attività limitata,
nella quasi totalità dei casi, all'informazione, al prelievo unilaterale
di dati.(3)
La Netiquette ha, però, particolare rilevanza negli altri strumenti
della Rete che consentono di comunicare con altri soggetti: posta elettronica
(cui sono assimilabili le mailing list), newsgroup e chat.(4)
Di seguito esporrò le regole più rilevanti di questo "codice
di Internet", cercando, contemporaneamente, di fornire una spiegazione
a precetti che, apparentemente, possono sembrare senza senso.
Non usare un linguaggio
irrispettoso, tanto meno termini turpi.
E' una regola ovvia, ma in Internet, dove non c'e' contatto diretto,
si fa ancora più sentita.
Ciò non toglie che in Rete ci si possa tranquillamente dare del "tu"
laddove, normalmente, si userebbe la terza persona. Per gli internauti il
rispetto è una questione di sostanza, non di forma.
Non fare flame.
Il termine (di origine anglo-telematica) significa fiamma e fare flame
corrisponde ad infiammarsi, spingersi nella critica dai toni non consoni
ad una discussione civile. A maggior ragione, è considerato flame
(nella sua specie peggiore) l'uso di ingiurie.
In ogni àmbito telematico il dibattito deve essere improntato al
massimo equilibrio ed al pieno rispetto per gli interlocutori. In questo
senso, l'esperienza di Internet potrebbe essere un ottimo esempio per la
vita di relazione di tutti i giorni.
Non scrivere tutto
in maiuscolo.
Un tempo, molti dattilografi autodidatti amavano scrivere tutto in maiuscolo,
forse per evidenziare meglio il proprio pensiero. Malgrado la tecnologia
sia ben diversa, la comune tastiera ha determinato il passaggio di questa
pratica dalla dattilografia vera e propria alla telematica.
Di fatto, però, il testo maiuscolo nel secondo àmbito è
assolutamente sconsigliato: in Internet equivale ad urlare e così
viene inteso dagli utenti. Addirittura, molti "puristi" amano
scrivere tutto in minuscolo.
Usare le "emoticons".
Come in tutte le forme di comunicazione che non comportano un diretto
contatto visivo (o anche soltanto vocale), occorre stare molto attenti a
non usare formule e/o parole dal significato ambiguo. E, infatti, se de
visu si può sempre verificare la compatibilità tra il
senso oggettivo del discorso e le espressioni facciali o la mimica dell'interlocutore,
con la corrispondenza elettronica (in tutte e tre le forme viste) ciò
non è possibile.
Dobbiamo ringraziare la telematica se, oggi, esiste uno strumento in più
per chiarire il senso delle parole scritte (non certo per la corrispondenza
formale, ma in Internet è quasi d'obbligo).
Si tratta delle cosiddette "emoticons", altro neologismo
figlio della telematica e dell'inglese composto dai termini emotional
(emozionale) e icons (icone, in perfetto linguaggio informatico).
Evitando difficili traduzioni (che non potrebbero andare oltre il letterale),
le emoticons non sono altro che semplici insiemi di caratteri (due
punti, punto e virgola, trattini, parentesi, ecc.) che, nelle diverse combinazioni,
disegnano facce stilizzate rappresentati praticamente tutti i possibili
stati d'animo del corrispondente via Internet.
Ecco i tre più diffusi esempi, senz'altro più chiarificatori
(da leggere ruotandoli idealmente di 90° in senso orario):
:-) gioia
:-( tristezza
;-) ironia, ammiccare (notare l'"occhiolino" che nella mimica
umana significa proprio ammiccamento).
Sebbene le si possa ritenere un capriccio un po' snob, le emoticons
sono realmente fondamentali. Basti un esempio:
frase senza emoticons - "Ho visitato il tuo sito e non mi è
piaciuto per nulla".
frase con emoticons - "Ho visitato il tuo sito e non mi è piaciuto
per nulla ;-)".
Soltanto nel secondo caso il nostro interlocutore capirà che si tratta
di uno scherzo e che, in realtà, il sito è stato apprezzato.
Ecco perché le emoticons, lungi dal costituire una forma espressiva
adolescenziale, rappresentano un cardine della comunicazione telematica.
In sostanza: un mezzo per farsi capire meglio e correttamente. In parte,
anche un modo per prevenire il flame.
Rispettare il tema
della discussione.
Nelle mailing list e nei NG (newsgroup) è d'obbligo la pertinenza.
La bacheca virtuale rappresentata da questi mezzi viene spontaneamente divisa
in vari settori. Un iscritto lancia un sotto-argomento (rigorosamente indicato
nell'oggetto-subject del messaggio) e gli interessati partecipano
alla discussione sviluppandola dal primo intervento.
Ovvie ragioni consigliano di non andare fuori tema (off-topic, dall'inglese
off, fuori, e topic, argomento)(5),
di non mettere la propria posta in un settore dove gli interessati non la
troverebbero e dove, peraltro, potrebbe disturbare coloro che parlano d'altro.
Non intervenire subito
nella discussione.
Una regola valida per le mailing list quanto per i NG. Nessuno, appena
entrato in un salotto che lo ospita per la prima volta, si lancerebbe subito
nelle discussioni che si tengono tra chi il salotto lo frequenta da tempo.
Uguale regola vale per la telematica. L'utente che, ad esempio, decidesse
di iniziare a seguire la discussione su it.diritto, dovrebbe scaricare,
per un po' di tempo, tutti i messaggi, comprendere l'oggetto della discussione
ed osservare il comportamento di chi è già nel vivo. Soltanto
così potrà entrare nel gruppo conformandosi a quelle regole
non scritte che gli sono proprie. In gergo, tale condotta si chiama lurking
(dall'inglese to lurk, nascondersi, sbirciare) che, italianizzato,
diventa "lurkare".
Alcuni gruppi e liste prevedono, peraltro, una sezione "FAQ" (acronimo
di Frequently Asked Questions, risposte a domande ricorrenti) che,
ad esempio, eviteranno agli ultimi arrivati di sollevare una questione già
ampiamente dibattuta e risolta, cosa che potrebbe dare molto fastidio ai
veterani.
Non inviare posta non
richiesta (pratica chiamata spamming) a maggior ragione se pubblicitaria.
Come a nessuno farebbe piacere trovare, ogni mattina, la propria cassetta
delle lettere colma di posta inutile, l'internauta (specie se di vecchia
data) non gradisce ingiustificate invasioni di email. Occorre, peraltro,
tener presente che Internet è uno strumento di lavoro per molti.
Da ciò consegue l'opportunità di non influire indebitamente
su queste attività.
Le violazioni di questa regola (purtroppo assai frequenti) sono considerate
tra le più gravi.
Non inviare allegati
alle proprie email se non previo consenso (anche tacito e generico) del
destinatario.
La regola discende dalla massima attenzione che viene riservata al
risparmio delle risorse: un'immagine, un file eseguibile o un documento
di testo occupano un certo spazio che se dovesse essere moltiplicato per
tutte le email circolanti in Rete comprometterebbe la stabilità del
sistema telematico. Proprio per questo, tra l'altro, molti provider limitano
il flusso disponibile per il servizio email del singolo utente (es. 1 Mb
massimo per ogni email). Ad ogni modo, se l'invio fosse proprio indispensabile,
è sempre consigliabile l'utilizzo di un formato compresso (es.: zip,
jpeg per le immagini).
In particolare, l'invio degli allegati è sconsigliabile nelle mailing
list in quanto tale mezzo non consente un invio "mirato", ma colpisce
tutti gli iscritti.
Diverso è il discorso dei newsgroup cosiddetti "binari"
che si fondano proprio sugli allegati (programmi, immagini, ecc.).
Ma l'invio di allegati è sconsigliabile anche per un motivo ben più
importante. I formati file che supportano le macro sono potenziali vettori
di, appunto, "macro virus". E' pertanto buona regola non soltanto
non inviare, ma neppure aprire allegati di questo genere.(6)
La regola vale, a fortiori, per gli allegati eseguibili, tradizionali
veicoli di virus.
Non inviare od inoltrare
catene di Sant'Antonio.
Purtroppo, anche la posta elettronica soffre di questa pratica (chain
letters) che già affligge la posta ordinaria. E' bene non inventare
catene, né promuoverle. Non sono per nulla gradite alla maggioranza
degli utenti. Le più pericolose, poi, sono quelle che promettono
guadagni facili e rapidi.
Esiste una sola eccezione per cui potrebbe valere la pena di contribuire
alla diffusione della catena: il caso a sfondo benefico-sociale (es. le
sottoscrizioni "morali" ad una determinata causa, aiuto a persone
in difficoltà, annunci di persone scomparse, ecc.).
In questi casi è sempre opportuno verificare che la catena si riferisca
a fatti o persone realmente esistenti e, comunque, proseguire l'invio verso
corrispondenti sensibili all'argomento.
Non utilizzare i caratteri
accentanti, comunque non strettamente ASCII.
In Rete bisogna farsi capire chiaramente e per fare ciò può
essere consigliabile rinunciare a certi caratteri speciali.
Talvolta capita di ricevere messaggi parzialmente incomprensibili e non
certo per questioni di lingua. In particolare, si possono ricevere messaggi
le cui finali sono rappresentate da uno o più caratteri senza senso.
Si scoprirà che tale sostituzione avviene proprio dove dovrebbero
esserci lettere accentate.
Il fatto si spiega agevolmente. Ad ogni zona geografica linguisticamente
omogenea viene assegnato un dato "set di caratteri" che comprende
un nucleo comune (ASCII) ed un estensione tipica di quelle lingue. Quello
destinato all'Italia comprende sicuramente le lettere accentate, ma ciò
non avviene per i tutti i paesi.
Il set di caratteri non può essere dalle dimensioni infinite. Ecco
perché lo stesso comprende, strettamente, determinati caratteri in
uso in quella zona. Tale particolarità si può comprendere
meglio osservando che esistono tastiere per le diverse lingue (addirittura
per i diversi paesi). A parte i caratteri fondamentali e i numeri, ogni
tastiera presenta le sue varianti.
Va detto che il problema si può incontrare anche su certe mailing
list che, pur riguardando iscritti sicuramente in possesso del medesimo
set di caratteri, sono gestite da server situati all'estero che, per tale
motivo, non sempre sono in grado di gestire caratteri non previsti per l'area
geografica cui è in uso la lista.
Per ovviare a questa limitazione (che, per noi, sembra limitata ai soli
accenti e non ad altri caratteri particolari) si potrà ricorrere
all'apostrofo, come si usava un tempo su certe macchine per scrivere.
Nella corrispondenza
elettronica usare la modalità "solo testo".
I recenti client (es.: MS Outlook Express, Netscape Messenger 4.x e
Qualcomm Eudora Pro 4.x) supportano anche il formato HTML, vale a dire quello
usato per il "design" delle pagine Web. Ciò comporta il
vantaggio di poter inviare una email con gli immaginabili effetti grafici
tipici del Web, ma tale caratteristica non è esente da controindicazioni.
Non è, infatti, garantita la compatibilità con tutto il software
di posta elettronica. Gli utenti in possesso di client che non supportanti
tale funzione (magari perché non dell'ultima versione) visioneranno
messaggi quasi del tutto incomprensibili.
In più, una email HTML è senz'altro più ingombrante
(in termini di dimensioni del file) rispetto ad una redatta in solo testo.
In sostanza, l'utilizzo di questo formato comporterebbe l'ennesimo spreco
di risorse spesso ingiustificato.
Esiste, comunque, un rimedio all'esigenza più sentita, vale a dire
quella di evidenziare, in qualche modo, parole o passaggi del messaggio.
E', infatti, consuetudine utilizzare gli asterischi * o il carattere sottolineato
_ (underscore). Ad esempio, si potranno evidenziare le parole *diritto*
e _Internet_ nel modo appena visto.
avv. Daniele Minotti - aprile 1999
NOTE
(1)
Per la verità, l'ingiuria e la diffamazione, pur per via telematica,
o lo spamming (cfr. il testo) possono, ad esempio, costituire i reati
di cui agli artt. 594 e 595 c.p. da un lato e 660 c.p. dall'altro.
Ad ogni modo, pur mancando, nella maggior parte dei casi, un carattere giuridico,
molti àmbiti telematici prevedono un vero e proprio sistema sanzionatorio
che può addirittura condurre all'esclusione da gruppi o liste.
Una sorta di "codificazione" (per esprimermi in termini giuridici)
della netiquette si è formata, naturalmente, negli Stati Uniti.
Fondamentale punto di partenza è la specifica pagina link su Life
on the Internet. Decisamente scientifico e con un'ampia bibliografia è
il lavoro pubblicato sul sito del Delaware
Technical & Community College. Per il materiale in italiano, http://www.nic.it/NA/modul.html#g11
dal sito del Nic italiano. Molto completo e rigoroso è lo spazio dedicato
sul sito Inferentia
dove compare la traduzione di un testo statunitense molto diffuso e autorevole.
(2)
Tali regole non sono, infatti, esclusive della Rete riguardando, invece, tutte
le forme di comunicazione telematica anche al di fuori di Internet (es.: chat
IRC, posta elettronica su BBS, ecc.).
(3) In realtà, il termine stesso, che considera tutta la Rete, dunque i servizi telematici nel loro complesso (navigazione compresa), consentirebbe l'estensione massima. Si pensi, ad esempio, alle regole riguardanti il contenuto dei siti, l'obbligo di garantire la sicurezza di transazioni commerciali (e-commerce) mediante server sicuri, l'accesso a banche dati via telnet, ecc. A prescindere dal fatto che la Netiquette applicata al web riguarda, semmai, l'attività dei webmaster, la stessa ha, però, tradizionalmente regolato la posta elettronica, i NG (newsgroup) e le chat ed a questa convenzione si ritiene di dover aderire.
(4) Le mailing list e i NG prevedono spesso un proprio regolamento (policy) formato sulla base della netiquette generale con gli adattamenti del caso.
(5) Off-topic viene spesso sintetizzato in OT, chiaro acronimo.
(6) Le "macro" non sono altro che insiemi di comandi riuniti in un solo "super-comando". Applicazioni come MS Word ed Excel (ma, ormai, anche tutti gli altri programmi di videoscrittura), supportano le macro (es.: Lotus-Corel Wordperfect). Considerato che certi comandi sono assai "profondi", il rischio di azioni distruttive sulla propria macchina è molto elevato. Di per sé, comunque, la ricezione di un allegato di questo tipo non può generare danni. Il macro virus si attiva soltanto se "interpretato" da un'applicazione costretta ad eseguire una determinata routine.